Dopo anni di fidanzamento naufragato, torna da Cuba con “bagaglio a mano” dal color ebano e il sorriso che più bianco non si può. Bellissima da togliere il fiato e anche simpatica. Mannaggia a lei. Lui ha il cuore pieno di speranza e di felicità e il suo conto in banca è vuoto, alleggerito da mesi e mesi lontano dal suo posto di lavoro. Ma facciamo qualche passo indietro.
A dire il vero non ne potevamo più dei loro litigi. Imbarazzanti piazzate ovunque. Era uno di quei rapporti logoranti di fidanzamento all’italiana che durano decenni, fatti di gelosie, ripicche, tira e molla, yoyo e tricchebballacche. “È colpa di tua madre”, “mia madre?”, “l’anello”, “la casa”, “non voglio figli”, “la tua ex”, ecc…
Insomma un rapporto con le ore contate. Una bomba ad orologeria. La notizia non tarda ad arrivare. Si sono lasciati. Silenzio. Era ora…
Viaggio per dimenticare per lui. Perché no? “Ci vuole una pausa “, consigliano gli amici. “Devi fare tabula rasa e ricominciare da zero”. “Vai, divertiti”. Dopo due mesi ritorna con sguardo intorpidito e un’espressione da pesce lesso… “Mi sono innamorato di Annabelle! Devo tornare per sistemare tutto, preparare i documenti per il matrimonio, la porto in Italia, non posso stare lontano da lei”.
Chi? Annache? No scusate mi sono persa qualche passaggio?
Ma come si fa? Anni e anni di fidanzamento a logorarsi il fegato, a pretendere e a non perdonare neppure una minima cavolata alla partner storica e poi, un viaggetto ai tropici tra i mosquitos e tramonti mozzafiato in spiaggia e questo è il risultato?
Mi chiedo: ma come si fa ad innamorarsi in una settimana di persone che non parlano nemmeno la tua stessa lingua?
A parte il caso riportato sopra, ne conosco molti altri, soprattutto amiche o conoscenti avanti con l’età che hanno trovato giovani aitanti ragazzoti in giro nei villaggi di mezzo mondo (terzo mondo) pronti a regalare un sorriso e qualche centimetro di felicità in più. In Egitto, unioni come queste sono all’ordine del giorno: matrimoni tra donne europee occidentali, abbastanza agées e giovani ragazzi egiziani nelle località turistiche più note sono oramai abituali. Ma non si tratta solo di un fenomeno circoscritto al mio Paese d’origine. Anzi.
Insomma, si parte predisposti, aperti, pronti all’avventura?
C’è chi lo chiama turismo sessuale, in alcuni casi poi fortunatamente come nelle fiabe si trasforma nel racconto con scontato lieto fine, il grande amore. Mi chiedo come facciano uomini e donne che per anni hanno provato in ogni modo a far andare avanti rapporti decennali e consolidati a resettare tutto in una manciata di giorni. Ma è possibile?
Cosa scatta? Sarà mica stato un colpo di sole? Il fascino dell’esotico, dello straniero? Del colore della pelle ambrata, o gli occhi blu ghiaccio di fascinose ragazze nordiche e dell’Est europeo?
La mia non è certo una critica, anzi, non ci trovo proprio nulla di disdicevole, se il tutto avviene tra persone maggiorenni e consenzienti… insomma, contenti loro, sono felice pure io. Ma rimango perplessa.